lunedì 16 novembre 2009

XV. LA LEGGENDA DI PABLITO


PAOLO ROSSI


Paolo Rossi nacque a Prato (Fi) il 23 settembre 1956 e crebbe calcisticamente nella piccola squadra toscana Cattolica Virtus ma giocò anche nelle giovanili dell'Uliveta Santa Lucia, frazione di Prato. Nel 1972 Italo Allodi scoprì il suo talento e lo portò nelle giovanili della Juventus per 12 milioni di lire. Tra i 16 e i 19 anni Rossi fu costretto ad entrare ed uscire dagli ospedali a causa di una serie impressionante di seri problemi alle ginocchia. Nonostante questo nel 1975 riuscì ad esordire con la maglia della Juventus in Coppa Italia, in quell'anno venne ceduto in prestito al Como, però sembrò che non dovesse guarire e la sua carriera pareva dovesse interrompersi. Nella stagione 1976/77 passò alla L.R. Vicenza in comproprietà, la squadra militava in Serie B, e Rossi, superati i problemi alle ginocchia, fu tra i protagonisti della promozione in Serie A nella squadra veneta, mettendo a segno 21 reti. La stagione 1977/78 la L.R. Vicenza conquistò un sorprendente secondo posto in Serie A, Rossi fu capocannoniere e segnò 24 reti. Bearzot lo fece esordire in nazionale il 21 dicembre 1977 in gara amichevole contro il Belgio, da quel momento divenne titolare fisso della nazionale italiana ma le sue reti con l'Italia tardavano ad arrivare. Frattanto il presidente vicentino Giuseppe Farina decise di riscattarlo andando alle buste, scrivendo una cifra esagerata per l'epoca: 2 miliardi e 600 milioni di lire, una cifra che fece clamore e suscitò clamorosi colpi di scena nella Federcalcio italiana. Nel mondiale di Argentina 78 realizzò 3 reti con la maglia azzurra: principalmente di opportunismo, nel suo stile. Nacque in Argentina la leggenda di Pablito, nome ispanizzato di Paolo e guarda caso i tre mondiali o mundial nel quale Rossi fu convocato si giocarono in nazioni di lingua spagnola: Argentina 78, Spagna 82 e Messico 86, in quest'ultimo caso Paolo farà solo da turista. Nel 1978/79 Rossi si infortunò nuovamente ed il Vicenza retrocesse in Serie B, anche se Paolo segnò 15 reti. Nell'estate del 1979 fu ceduto in prestito al Perugia, dopo che Rossi rifiutò il Napoli, e in quella stagione segnò 13 reti. Il 1 marzo 1980 in Italia scoppiò lo scandalo del calcio scommesse: Rossi fu coinvolto insieme ad altri compagni del Perugia, venne squalificato per 3 anni, poi ridotti a 2, nonostante egli avesse gridato la propria innocenza, e non poté disputare gli europei italiani del 1980. Nel 1981/82 la Juventus lo acquistò, terminata la squalifica giocò le ultime 3 partite e segnò una rete all'Udinese; Bearzot lo convocò per i mondiali di Spagna 1982. Fu schierato titolare nella deludente prima fase del mondiale, sebbene non brillasse Bearzot insistette nel puntare su di lui e la testardaggine dell'allenatore azzurro fu ripagata nella sfida decisiva contro il Brasile: con una rete di rapina si sbloccò, in seguito ne segnò altre 2, l'Italia vinse inaspettatamente per 3-2, Paolo Rossi fece piangere l'intera nazione brasiliana e quando in quel paese arriverà una febbre tropicale verrà battezzata Paolorossi (così Paolo era chiamato in Brasile). Una volta che si sbloccò realizzò in semifinale altre 2 reti alla Polonia e in finale aprì le marcature contro la Germania Ovest: fu il principale protagonista nel successo italiano di Spagna 1982. Il signor Rossi è il nome più comune italiano e da quell'anno divenne anche un modo di presentarsi all'estero. Fu capocannoniere di quel mondiale con 6 reti e alla fine di quell'anno vinse il Pallone d'Oro. Nelle successive stagioni alla Juventus Rossi diede il suo contributo alla conquista degli scudetti e delle coppe europee ma il suo ruolo fu marginale: subì la concorrenza di altri campioni, come il francese Michel Platini. Nel 1985 ricomparvero i problemi alle ginocchia e il giocatore venne ceduto al Milan, dove il presidente Farina fu felice di riavere il suo pupillo. In quella stagione giocò pochissimo, segnò solo 2 reti contro l'Inter ma fu convocato ugualmente per i mondiali messicani del 1986: Bearzot lo convocò più per senso di gratitudine che per scelta tecnica, infatti era completamente fuori forma e non disputò neanche una partita. Concluse la carriera nel 1986/87 all'Hellas Verona realizzando 4 reti. Si ritirò a vita privata, avendo brevi esperienze come dirigente sportivo e commentatore tv. E' morto a Siena il 10 dicembre 2020, all'età di 64 anni, a causa di un tumore al polmone.


Presenze e reti nelle squadre
 

Stag.

Squadra

Camp.

Pres.

Reti

1975/76

 Como

A

6

0

1976/77

 L.R. Vicenza

B

36

21

1977/78

 L.R. Vicenza

A

30

24

1978/79

 L.R. Vicenza

A

28

15

1979/80

 Perugia

A

28

13

1980/81

sospeso




1981/82

 Juventus

A

3

1

1982/83

 Juventus

A

23

7

1983/84

 Juventus

A

30

13

1984/85

 Juventus

A

27

3

1985/86

Milan

A

20

2

1986/87

 Verona

A

20

4

Totale

251

103

Totale Serie A

215

82

Ha vinto 2 scudetti, un campionato di Serie B, una Coppa Italia, una Coppa Campioni, una Coppa Coppe, una Supercoppa Europea.

Individualmente ha vinto una classifica cannonieri in Serie B, una classifica cannonieri in Serie A, una classifica cannonieri in Coppa Campioni, una classifica cannonieri in Coppa del Mondo con la nazionale italiana e un Pallone d'oro.

In nazionale ha collezionato 48 presenze, realizzando 20 reti, tra il 1977 e il 1986, e ha vinto una Coppa del Mondo nel 1982.

1 commento:

  1. #1 13:52, 18 novembre, 2009

    Giocatori come Paolo Rossi,ne nascono pochi.Un altro,che sembra essere stato dimenticato,ma che non aveva nulla da invidiargli (ruoli diversi,ovviamente),e forse aveva anche qualcosa in più dal lato umano,è stato Roberto Baggio.Ho avuto la ventura di conoscere persone che erano a stretto contatto con lui (Personaggi importanti della Lega calcio) che ne magnificavano continuamente le doti umane,oltre che di grande giocatore.Credo che ci voglia ben più di classifiche vinte o scudetti,per fare di un calciatore un " grande" calciatore e sia Rossi che Baggio avevano quel qualcosa in più.Infatti ce li ricordiamo ancora!!!


    robylan

    RispondiElimina