Ad Amsterdam il 26 maggio 1928 su idea del presidente Fifa Jules Rimet fu deciso di organizzare un torneo aperto a tutte le nazioni affiliate alla Fifa. Oggi i mondiali di calcio sono l'evento sportivo più importante e prestigioso della Terra.
Dino Zoff, il monumento per eccellenza del calcio italiano, nacque a Mariano del Friuli (Go) il 28 febbraio 1942 e crebbe nelle giovanili dell’Udinese: di imponente fisico era un portiere di sicuro affidamento. Esordì in Serie A 19 anni, il 24 settembre 1961, in Fiorentina – Udinese 5-2. Nella stagione 1962/63 divenne titolare della squadra friulana in Serie B, nel 1963 fu acquistato dal Mantova e tornò a giocare in Serie A: nella squadra lombarda rimase per 4 stagioni, dopodiché fu acquistato dal Napoli. Nel 1968 esordì in nazionale nella fase finale dell’europeo disputato in Italia, vinse con la squadra il titolo continentale, per poi divenire il secondo portiere: Albertosi si riprese il posto da titolare. Nel 1972 lo comprò la Juventus e riprese il posto da titolare della nazionale italiana. Dal 1972 al 1974 non subì reti per 12 partite con la maglia azzurra, stabilendo il primato di imbattibilità di 1143’. Con la maglia della Juventus conquistò 6 scudetti, una Coppa Uefa e 2 Coppe Italia e per 11 anni non saltò nemmeno una partita di campionato. Per 3 mondiali difese la porta della nazionale: nel 1974 lo davano per finito, nel 1978 volevano pensionarlo perché lo accusarono di aver fatto perdere il torneo mondiale all’Italia e nel 1982 arrivò il titolo più prestigioso da capitano della nazionale. Classe 1942, la stessa di Mazzola, Burgnich, Facchetti, ma loro essendo giocatori di movimento nel 1982 avevano smesso da un pezzo, Dino Zoff al contrario alzò la Coppa del Mondo che gli venne consegnata: divenne un simbolo il quarantenne, il giocatore più anziano di sempre ad aver vinto il mondiale, che parò tutto come un ragazzino e che alzò la coppa proprio col numero uno sulla schiena; il numero uno del mondo. Purtroppo concluse amaramente la carriera da calciatore nella stagione 1982/83: la Juventus perse lo scudetto e la finale di Coppa Campioni, la nazionale non si qualificò per gli europei del 1984; egli ritenne fosse giunto il momento per dire basta nel maggio 1983. Se avesse smesso un anno prima avrebbe chiuso da campione. Terminata la carriera da calciatore iniziò quella di allenatore: entrò nei ranghi della Figc divenendo allenatore della nazionale olimpica che fece qualificare per Seoul 88, nel frattempo era stato ingaggiato dalla Juventus, così non poté partecipare alle olimpiadi. Allenò la società bianconera per 2 anni vincendo una Coppa Italia ed una Coppa Uefa. Nel 1990 passò alla Lazio, dove rimase per 4 anni e riportò la squadra in Europa dopo 16 anni di assenza. Nel 1994 il proprietario della Lazio Cragnotti lo mise alla presidenza della squadra e nel 1997 fu richiamato in panchina a rimediare ai disastri del tecnico boemo Zeman. Nel 1998 la Federcalcio italiana lo ingaggiò per il ruolo di C.T. della nazionale: la squadra si qualificò per gli europei del 2000, in quel torneo arrivò in finale e fu clamorosamente beffata dalla Francia ai tempi supplementari, quando ad un minuto dal termine stava vincendo per 1-0. Zoff decise di lasciare la nazionale per tornare a fare il dirigente della Lazio prendendo come pretesti gli attacchi alla sua persona da parte del presidente del Milan e allora capo dell’opposizione Silvio Berlusconi. Nel gennaio 2001 tornò ad allenare la Lazio dopo che Eriksson se ne andò in Inghilterra, ma all’inizio della stagione 2001/2002 fu allontanato dalla panchina perché la squadra stava andando male; Zoff offeso decise di lasciare a titolo definitivo la Lazio, rifiutando anche di tornare a fare il dirigente. Nel corso della stagione 2004/2005 fu chiamato ad allenare la Fiorentina che navigava in cattive acque, la squadra riuscì a salvarsi e quella fu l’ultima esperienza da allenatore.
Carriera di Zoff portiere
Stagione
Club
Campionato
Comp
Pres
Reti
1961-62
Udinese
A
4
-9
1962-63
B
34
-45
1963-64
Mantova
A
27
-25
1964-65
A
32
-37
1965-66
B
38
-26
1966-67
A
34
-23
1967-68
Napoli
A
30
-24
1968-69
A
30
-25
1969-70
A
30
-21
1970-71
A
30
-17
1971-72
A
23
-23
1972-73
Juventus
A
30
-22
1973-74
A
30
-26
1974-75
A
30
-19
1975-76
A
30
-24
1976-77
A
30
-20
1977-78
A
30
-17
1978-79
A
30
-20
1979-80
A
30
-25
1980-81
A
30
-15
1981-82
A
30
-14
1982-83
A
30
-26
Totale Serie A
570
-432
Presenze consecutive in Serie A: 332 (Napoli 2, Juventus 330), dalla 28a giornata del campionato 1971/72 alla 30a del campionato 1982/83 (fino al settembre 2005 Dino Zoff deteneva anche il primato assoluto di presenze in serie A, 570, superato da Paolo Maldini e Gianluca Pagliuca).
Imbattibilità in nazionale: 1.143 minuti, dal 20/9/1972 al 15/6/1974 (Italia-Haiti 3-1, goal di Emmanuel Sanon).
Calciatore più anziano ad avere vinto un Campionato del mondo (11 luglio 1982, 40 anni, 4 mesi e 14 giorni).
Con la maglia della Juventus vinse 6 scudetti, due Coppe Italia e una Coppa Uefa. In nazionale tra il 1968 e il 1983 ha totalizzato 112 presenze, subendo 84 reti e vincendo un Campionato europeo e una Coppa del Mondo.
Subito dopo Italia – Germania Ovest 4-3 del 1970, in ordine di partite leggendarie della nazionale e non solo, viene Italia – Brasile 3-2 del 1982. Nessuno pensava che qualche squadra avrebbe fermato quel super Brasile di quell’anno, che stravinse 4 partite prima di sbattere contro lo scoglio Italia e naufragare: 2-1 contro l’Urss, 4-1 contro la Scozia, 4-0 contro la Nuova Zelanda e 3-1 contro l’Argentina. Giocavano in quella squadra grandissimi nomi che avevano conosciuto e conosceranno il campionato italiano, dove nel 1980 erano state riaperte le frontiere agli stranieri: Junior, Cerezo, Socrates, Falcao e Zico. Come avrebbe potuto vincere la piccola Italia, seppur riabilitata dalla vittoria sull’Argentina, contro quello squadrone? Al Brasile sarebbe bastato un pareggio per passare dal secondo turno alle semifinali, perché aveva realizzato una rete in più dell’Italia all’Argentina, ma tutti pensavano che sarebbe finita come 12 anni prima a Città del Messico, cioè con una goleada brasiliana. Gli addetti stampa italiani ci scherzarono su e scrissero un cartello: "alle ore 15:00 partirà il pulmino che accompagnerà i cronisti italiani all’allenamento del Brasile contro l’Italia". Invece successe quello che nessuno si sarebbe mai aspettato: il brocco Paolo Rossi si risvegliò improvvisamente dal letargo e mise a segno una tripletta, il Brasile cercò di stare al passo dell’Italia pareggiando 2 volte con Socrates e Falcao, sul 2-2 i brasiliani gioirono come matti perché pensavano che il peggio fosse passato ma l’astuto e furbo Rossi colpì ancora su azione di calcio d’angolo, addirittura Antognoni segnò una quarta rete che non venne convalidata per un inesistente fuorigioco e all’ultimo secondo Zoff, che aveva bloccato quasi tutto, salvò ancora una volta il risultato. Quella partita si giocò nel tardo pomeriggio e verso sera esplose la gioia indescrivibile degli increduli italiani che scesero nelle strade a far festa, in Brasile invece molta gente si suicidò o morì d’infarto e i giornalisti italiani in Spagna furono inseguiti dai loro colleghi brasiliani perché pensavano che la storia dell’Italia fiacca e scadente fosse tutta una tattica per deconcentrare la nazionale brasiliana.
BARCELLONA(Estadio Sarrià) Lunedì 5 Luglio 1982, ore 17.15 ITALIA – BRASILE 3-2 (2-1)
3° Coppa del Mondo FIFA(2° Turno Eliminatorio, Gruppo C, 2° gara)
ITALIA: Zoff(Juventus) cap., Gentile(Juventus), Cabrini(Juventus), Oriali(Inter), Collovati(Milan), Scirea(Juventus), Conti B.(Roma), Tardelli(Juventus), Rossi P.(Juventus), Antognoni(Fiorentina), Graziani(Fiorentina). – Sostituzioni: 34’ Bergomi(Inter) per Collovati, 75’ Marini(Inter) per Tardelli. – All. Bearzot. BRASILE: Valdir Peres, Leandro, Junior, Toninho Cerezo, Oscar, Luisinho, Socrates cap., Falcão, Serginho(69’ Paulo Isidoro), Zico, Eder. – All. Santana.
CAMPIONI DEL MONDO! CAMPIONI DEL MONDO! CAMPIONI DEL MONDO! L’ITALIA RICONQUISTO’ IL MONDIALE DOPO 44 ANNI. FURONO DELUDENTI IL PREMONDIALE E LA PRIMA FASE DEL TORNEO, CHE PORTARONO AD UN ASSEDIO GIORNALISTICO E AL SILENZIO STAMPA DEGLI AZZURRI. QUANDO SEMBRAVANO ESSERE FINITI GLI ITALIANI STRAPAZZARONO L’ARGENTINA E IL BRASILE: POI CHI LI FERMO’ PIU’?
L’Italia si classificò al secondo posto nel Gruppo 5 europeo di qualificazione ai campionati del mondo di Spagna 1982: alle spalle della Jugoslavia e davanti alla Danimarca, alla Grecia e al Lussemburgo. Da quell’edizione allargarono la competizione a 24 squadre perciò anche l’Italia si qualificò. La squadra si rilassò abbastanza sapendo che anche col secondo posto si sarebbe qualificata: nelle ultime partite perse facilmente, pareggiò e vinse a fatica contro piccole squadre. La serie negativa continuò nelle amichevoli dei primi mesi 1982: clamoroso fu quando la nazionale vinse solo 1-0 contro lo Storting Braga, seconda divisione portoghese, e il presidente Federale Sordillo, subentrato ad Artemio Franchi per lo scandalo calcioscommesse, si arrabbiò molto. Quello scandalo portò alla squalifica di molti giocatori della nazionale, che non disputò un grande europeo in casa nel 1980. La stampa chiese a gran voce l’esonero del C.T. Enzo Bearzot perché la squadra non stava andando bene, ma egli se ne infischiava sia di convocare giocatori che la stessa suggeriva, sia di tutte le polemiche. Per i mondiali dell’82 partirono gran parte dei giocatori di Argentina 78: Zoff, Cabrini, Gentile Scirea, Causio, Tardelli, Antognoni e Paolo Rossi, che aveva finito scontare la squalifica; si aggiunsero: Collovati, Bergomi, Marini, Oriali, Conti, Graziani e Altobelli. La nazionale giocò a Vigo le 3 partite del Gruppo A: il 14 giugno pareggiò 0-0 contro la Polonia dominando a sorpresa la partita, il 18 giugno deludendo pareggiò 1-1 contro un Perù che conquistò il meritato pareggio a pochi minuti dalla fine, grazie ad una autorete di Collovati che annullò il vantaggio di Conti, il 23 giugno pareggiò ancora contro l’esordiente Camerun per 1-1, con reti di Graziani e M’Bida. L’Italia accedette al turno successivo senza gloria: non vinse mai e si posizionò al secondo posto del girone, a pari merito col Camerun, passò in virtù del fatto che aveva segnato una rete in più rispetto agli africani. Al secondo turno (Stadio Sarrià di Barcellona) agli azzurri toccarono l’Argentina campione del mondo in carica del talento Maradona e il grandissimo Brasile di Zico, di Falcao, di Socrates, di Junior e di Eder, superfavorito alla vittoria finale, che sino ad allora aveva vinto 3 partite realizzando 10 reti e subendone 2: chi avrebbe scommesso una lira sui brocchi azzurri sotto assedio giornalistico per il deludente gioco e per una storia di eventuali premi? Per quella ragione la squadra iniziò il silenzio stampa: l’unico portavoce era il capitano Dino Zoff. Ma chi se lo sarebbe aspettato che il 29 giugno gli azzurri vincessero 2-1 contro l’Argentina con reti di Tardelli, Cabrini, Passarella e il terzino Claudio Gentile riuscisse a bloccare Maradona? Si pensava che potesse essere solo fortuna, pure se l’Italia aveva dominato l’incontro, ma per accedere in semifinale si doveva assolutamente vincere il 5 luglio contro il Brasile, a cui sarebbe bastato un pareggio per passare. I pronostici di quella partita erano tutti a favore del Brasile; Bearzot se ne fregò come al solito della critica e confermò titolare Rossi, nonostante avesse steccato le precedenti partite. La mossa del tecnico azzurro fu vincente perché Pablito risorse mettendo a segno 3 reti, contro le 2 brasiliane di Socrates e Falcao, le grandi parate di Zoff, memorabile una prima della fine, impedirono il pareggio e in più una rete regolare di Antognoni fu annullata: il Brasile divenne l’Italia! Italia in semifinale e Brasile a casa! L’8 luglio al Nou Camp di Barcellona la nazionale si trovò di fronte nuovamente la Polonia, reduce dalla storica eliminazione ai danni dell’Urss: non giocarono gli squalificati Boniek e Gentile (al suo posto giocò il 18enne Bergomi); un’Italia più sicura e precisa, in confronto alla prima partita, liquidò i polacchi per 2-0 con doppietta del solito Rossi. Domenica 11 luglio 1982 allo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid l’Italia tornò a vincere il campionato del mondo contro la Germania Ovest, dopo 44 anni dall’ultimo successo, davanti al Re di Spagna e al Presidente della Repubblica Italiano: Cabrini nel primo tempo sbagliò un rigore, nel secondo tempo gli italici dilagarono con Rossi, Tardelli (storico il suo urlo di gioia) e Altobelli, accorciò le distanze per la Germania Ovest Breitner. Il telecronista Rai Nando Martellini davanti a milioni e milioni di italiani, che sceseo in strada a far festa, gridò: campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!!! Il Presidente della Repubblica Pertini riportò la squadra in patria sull’aereo presidenziale: in volo giocò a scopone con Bearzot, Zoff e Causio. Naturalmente le polemiche furono accantonate e tutti i critici salirono sul carro dei vincitori. Fu un'impresa memorabile e indelebile: la cantilena Zoff, Gentile, Cabrini ecc. rimase in perenne memoria nel cuore degli italiani.